Per quartetto d’archi. Vuole essere contemporaneamente un balletto e una colonna sonora ispirata ai miti delle civiltà precolombiane. Costruito con pannelli musicali differenti dove ogni quadro rappresenta un aspetto della narrazione immaginata e indicata all’inizio della composizione.
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Per pianoforte. Trascrizione dall’originale per oboe e organo, ispirato a danze e contenuti tipici della musica popolare e sacra, sopratutto della Sardegna, rivisitati con atmosfere e suggestioni musicali contemporanee.
Una fuga per pianoforte. Concepita secondo le caratteristiche di scrittura di una fuga, con imitazioni, divertimenti, stretti e artifici compositivi contrappuntistici ma pensata con un respiro moderno e contenuti più vicini ai nostri giorni.
La terra della fate, da un poema di E. A. Poe, scritto per soprano, percussioni e orchestra d’archi.
Suggestioni notturne, magiche e misteriose dove la voce recita e canta in dialogo con gli strumenti in un grande affresco evocativo delle atmosfere di E. A. Poe.